Il nostro Consigliere Paolo Dell’Oca è a Gerusalemme con un gruppo di pellegrini partiti con il pellegrinaggio per la pace organizzato da Fondazione Ambrosianeum. In questi giorni condivideremo sul nostro sito qualche riflessione.
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Sentinella, quanto resta della notte?
È (stata) dura scrivere di incontri che si aprivano con la richiesta che nulla di quello che veniva detto fosse poi pubblicato: l’aggiornamento è riuscito quindi più diaristico rispetto a quanto non fosse nelle intenzioni.
Le lacrime degli esseri umani non hanno nazione, e abbiamo conosciuto un Israele traumatizzato, che sente di avere vissuto il suo 11 settembre; le reazioni statunitensi (e NATO) all’attacco terroristico del 2001 sono note. Ma trovo che questo tipo di confronti risulti spesso irriguardoso e non mi avventuro in esamine geopolitiche che non mi competono.
Oggi abbiamo visitato la comunità di Neve-Shalom (What as-Salam), il cui nome significa “Oasi della Pace”, centro spirituale pluralistico che ha realizzato scuole dell’infanzia e scuole primarie biculturali: le ragazze e i ragazzi che completano il ciclo scolastico parlano ebraico e arabo, hanno studiato una storia più complessa dei loro coetanei e vedono le cose da due punti di vista. Quando entrano nei cicli di studio successivi, all’esterno della comunità, trovano ambienti molto diversi da quelli da cui provengono. È allora che gli anni precedenti acquisiscono un valore.
Rientro in Italia con una visione amara ma più tridimensionale rispetto a una settimana fa, e passando per Nicopolis, una delle possibili località in cui è stato ambientato l’episodio evangelico di Emmaus, non posso non ricondurlo alla nostra esperienza, compresa la fatica a realizzare fino in fondo la Pasqua e il senso della vittoria sulla morte.
Anche Cleopa e il suo compagno di strada sono molto presi dagli eventi tragici di Gerusalemme, si aspettavano un esito differente dalla loro trasferta. Il nostro sconforto è stato constatare che il tempo della pace in Terra Santa sembra non essere questo. Prima bisogna porre termine al conflitto e poi, e saranno anch’essi giorni terribili, costruire la pace.
Marco Garzonio, nel suo “Ritorno a Gerusalemme”, cita Elie Wiesel, sopravvissuto ad Auschwitz e a Buchenwald, quando descrive un’impiccagione di tre prigionieri, tra cui un bambino. Scena tragica così prossima a quello che è accaduto in Israele e in Palestina ad ottobre e nei mesi successivi.
Questi, che Wiesel chiama “l’angelo dagli occhi tristi”, restò in silenzio durante l’esecuzione; gli altri due invece gridavano la loro fede nella libertà, nell’uomo che conosce il bene e il male ed è libero di operare l’uno o l’altro. Wiesel commenta così la scena del bambino che pende dalla forca: “Dov’è dunque Dio?” E io sentivo in me una voce che rispondeva: “Dov’è? Eccolo: è appeso a quella forca”. La notte è il titolo del libro di Wiesel.
Sentinella, quanto resta della notte?
Paolo Dell’Oca
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