Dal nostro pellegrinaggio per la pace in Terra Santa. Giorno 1

Il nostro Consigliere Paolo Dell’Oca è a Gerusalemme con un gruppo di pellegrini partiti con il pellegrinaggio per la pace organizzato da Fondazione Ambrosianeum. In questi giorni condivideremo sul nostro sito qualche riflessione.


Dal Dal Monte Scopus

 


“Perché vai a Gerusalemme?”

L’alacre funzionaria della sicurezza non desiste, le risposte che le do non la convincono, probabilmente non convincerebbero neanche me. O forse sono quei timbri ucraini sul passaporto.

“Lei mi parla di cultura e sociologia e arte e Rapporti sulla Città e corsi di medicina: ma allora cosa c’entra Fondazione Ambrosianeum con un pellegrinaggio?”, m’incalza, a ragione.

Anche Martini quando gli fu chiesto perché avesse scelto di vivere a Gerusalemme rispose che non lo sapeva. E mica lo dico io, lo scrive il promotore di questo viaggio, Marco Garzonio, nel suo “Ritorno a Gerusalemme” (gradito omaggio dei tour operator della GeaWay, cui va il merito dell’organizzazione).

Nel 2019 come Fondazione Ambrosianeum conducemmo con Caritas Ambrosiana e Fondazione Arché un percorso sull’accoglienza delle persone migranti rivolto ai giovani della diocesi intitolato “Un altro modo è possibile”. Quale modo? Non lo sapevamo, ma non poteva essere quello il nostro modo.

Anche quello è un punto di partenza: sapere cosa non è il tuo. Per il Papa, e per ogni cristiano, tutte le guerre sono guerre civili; quelle che finiscono sui telegiornali e quelle che invece non finiscono, sembrano infinite. E allora si va a Gerusalemme perché non se ne può più di rimanere a casa, si va in Terra Santa ad ascoltare la voce di chi sa ascoltare il dolore dell’altro.

Intercediamo con i nostri corpi, facciamo un passo in mezzo, per scoprire se per caso abbiamo la vocazione del seme e, insieme alle comunità che ognuno di noi ha in Lombardia, riusciremo presto o tardi o più tardi a far germogliare qualcosa. Che se scoppiasse la pace in Terra Santa, ci sarà pace in tutto il pianeta.

Gerusalemme è l’ombelico del mondo, tra tre continenti e tre religioni. Siamo qua, in 18, a cercare la pace. È strano venire a cercarla qua, ma il pellegrino è, etimologicamente, colui che attraversa i campi, straniero al suo tempo e alla sua terra. Lo straniero fa cose strane, gli altri mica lo capiscono. Fa semine piccole, o almeno ci prova.

Perché vai a Gerusalemme?

Paolo Dell’Oca

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