Rapporto sulla città
Milano 1996

01 Luglio 1997

Dai primi anni Novanta, da quando cioe’ la Fondazione Ambrosianeum ha dato vita alla pubblicazione del Rapporto sulla citta’, si sono moltiplicati gli studi e le analisi su Milano. E’ cresciuta la consapevolezza circa la necessita’ di monitorare i processi della vita cittadina e si sono anche moltiplicati i dibattiti sulla grande stampa in merito a Milano, al suo presente e al suo futuro. All’esigenza di un monitoraggio continuo risponde anche questa nuova edizione – la quinta – del Rapporto della Fondazione Ambrosianeum.  L’attenzione e’ rivolta a temi quali: i rivolgimenti del tessuto sociale e il ricambio della classe imprenditoriale; il disagio abitativo; il volontariato, letto come risorsa “di qualita’” della vita cittadina; i luoghi di aggregazione giovanile e la scommessa dei centri sociali; i difficili percorsi nel’innovazione nella produzione e nel consumo culturale; il cammino di ieri e le sfide di oggi nel rapporto tra Milano e l’Europa. Milano sembra essersi fermata ai cambiamenti e alle trasformazioni che l’hanno contraddistinta in questi anni Novanta: nel sottolineare con enfasi il cambiamento, abbiamo inteso anche mettere a fuoco la mancata presa di coscienza e consapevolezza di tale fatto. Dunque, una citta’ interessata da forti cambiamenti, ma che fatica a riprendere lo slancio e a realizzare un nuovo decollo. La citta’ non e’ ferma: vive, corre, produce, mette in campo risorse, da’ vita a iniziative assistenziali e solidali. La citta’ non e’ ferma, sta rullando; ma e’ come se ci fossero dei vincoli e degli ostacoli che ne frenano la corsa. Si puo’ parlare di un decollo frenato. 

Milano e’ citta’ europea, ma ormai, in qualche misura, anche citta’ mondiale, che quindi risente degli effetti del processo di globalizzazione. La globalizzazione a Milano procede sfruttando e non negando la propria tradizione e la propria cultura locale, la quale pero’ e’ resa ibrida dall’incontro con la realta’ esterna sino a frammentaresi e a perdere la proria unita’. Milano citta’ europea e mondiale significa citta’ multietnica e multiculturale, luogo dove si concentra la diversita’. Ma tale caratteristica, invece di tradursi in un’opportunita’, tende a rimanere un vincolo o una difficolta’. Milano sembra impaurita, insicura e incline piuttosto alla chiusura e all’ansia nei confronti della novita’ e della diversita’. La sfida che sta di fronte a una citta’ globale, quale si sta avviando ad essere Milano, ma che interessa le societa’ avanzate tout-court, puo’ essere essenzialmente ricondotta alla capacita’ di coniugare lo sviluppo con l’integrazione sociale. Per affrontare tale sfida la citta’ ha necessita’ di produrre nuove elite capaci di gestire e di governare la difficile transizione in atto.